Sara Cantamessa

Sara Cantamessa

Cantante pop

Foto di Paolo Viglione

Ho imparato che ogni passo, anche il più incerto, può portare a nuove opportunità e a una crescita personale e artistica

Sara Cantamessa, in arte solosara, è nata il 12 novembre 1996 ad Alba, dove vive tuttora. Fin da bambina ha coltivato una forte passione per la musica: alle elementari ha frequentato una scuola privata dove ha iniziato a studiare chitarra classica, mentre alle medie ha scelto un indirizzo musicale per approfondire la sua inclinazione artistica. Successivamente, alle scuole superiori, ha intrapreso studi di ragioneria, continuando però a coltivare la sua passione per la musica attraverso un percorso privato di canto:

Ho iniziato a studiare canto quando ho sentito il bisogno di esprimermi musicalmente in modo più personale e diretto. Il canto mi permette di trasmettere emozioni in maniera immediata e di esplorare la musica da una prospettiva diversa rispetto agli strumenti tradizionali. Il percorso con la voce mi ha dato la possibilità di scoprire nuove sfumature di me stessa e della mia passione per la musica.

Quando hai scoperto questa passione?

Canto da sempre, fin da quando ero piccola. Inizialmente, ho approcciato la musica attraverso uno strumento, ma in un secondo momento ho capito che il canto era ciò su cui volevo concentrarmi. Un momento particolare che ha segnato questa decisione è stato durante la quinta elementare: mi trovavo all’ospedale Meyer di Firenze per un operazione legata ad una malattia malformativa del sistema nervoso, sindrome di Arnold-Chiari. Ogni pomeriggio, una volontaria che si chiama Giulia veniva a trovarmi, suonando e cantando per me: più la ascoltavo, più sognavo di diventare come lei. Da quel momento, la mia voglia di cantare è cresciuta ed ho capito che era la mia vera passione”.

Cosa significa per te cantare?

È un atto di espressione profonda e autentica, è un modo per comunicare emozioni che a volte sono difficili da verbalizzare. Attraverso il canto, riesco a connettermi con gli altri e a condividere parti di me stessa. È anche un mezzo di libertà: mi permette di esplorare la mia creatività e di affrontare le sfide della vita con un nuovo spirito. Ogni volta che canto, sento una sorta di liberazione ed un profondo senso di gioia.

Come descriveresti la tua esperienza al Conservatorio Ghedini?

È un viaggio di arricchimento, sia dal punto di vista musicale che personale. Ho avuto l’opportunità di confrontarmi con altri musicisti e di partecipare a collaborazioni stimolanti. Ci sono stati momenti bui, ma anche tantissimi momenti di gioia e crescita. Ogni esperienza, positiva o negativa, ha contribuito a formare il mio percorso musicale, rendendolo ricco e significativo dalla A alla Z.

A che anno sei e chi è la tua docente?

Ho concluso il terzo anno: la laurea triennale è alle porte. La mia docente è Roberta Daniel, un’insegnante e cantante favolosa.

Qual è l’insegnamento più prezioso che hai appreso in Conservatorio?

L’umiltà. Ho imparato che, indipendentemente dal livello di competenza, c’è sempre spazio per crescere e migliorare. Ogni artista, grande o piccolo, ha qualcosa da insegnare. L’umiltà mi ha permesso di affrontare le critiche con apertura e di apprezzare ogni esperienza come un’opportunità di apprendimento.

Che ambiente hai trovato al Conservatorio Ghedini? Ha influito sulla tua crescita personale oltre che musicale?

Ho trovato un ambiente stimolante e accogliente. La varietà di persone e talenti che si trovano qui contribuisce a creare una comunità vibrante, dove il confronto e la collaborazione sono all’ordine del giorno. Questo ambiente mi ha permesso di esplorare le mie capacità e di uscire dalla mia zona di comfort. L’interazione con insegnanti e compagni ha influito profondamente sulla mia crescita personale, insegnandomi a essere più aperta e a valorizzare le diverse prospettive artistiche.

Come descriveresti il lavoro nel mondo della musica e in che modo il Conservatorio ti ha preparato ad affrontarlo?

Se devo essere sincera, il mondo della musica è molto complicato. È un ambiente in cui è fondamentale buttarsi, fare esperienze e non avere paura di rischiare. Ogni giorno il Conservatorio mi ha preparato ad affrontare queste sfide, offrendomi non solo una solida formazione tecnica, ma anche l’opportunità di sviluppare resilienza e creatività. Ho imparato che ogni passo, anche quelli più incerti, può portare a nuove opportunità e a una crescita personale e artistica.

Come ti vedi da qui ai prossimi dieci anni, in relazione alla musica?

Mi vedo crescere come artista e continuare a esplorare nuove sonorità e stili musicali, spero di realizzare progetti significativi e collaborare con altri musicisti, portando la mia musica in giro. Voglio continuare a sviluppare la mia identità artistica e a connettermi con il pubblico, trasformando la mia passione in un percorso sempre più gratificante.

Quali obiettivi hai?

Voglio realizzare un album che esprima la mia voce e le mie esperienze, ma sogno anche di viaggiare e conoscere nuove culture, che possano ispirare la mia arte. Inoltre, mi piacerebbe investire in progetti che abbiano un impatto sociale positivo, utilizzando la mia musica e le mie esperienze per aiutare gli altri. Infine, desidero crescere come persona, affrontando nuove sfide e aprendomi a nuove opportunità in tutti gli aspetti della vita.

C’è un brano particolarmente significativo per te e perché?

È “Eppure sentire” di Elisa. È la canzone che ho iniziato a cantare con Giulia, la volontaria che mi veniva a trovare in ospedale a Firenze. Questo brano ha rappresentato l’inizio del mio viaggio nella musica e ha un valore emozionale profondo. Ogni volta che lo canto, ricordo quel momento speciale e il potere che la musica ha avuto nel sollevarmi e ispirarmi.

Perché hai scelto di aderire alla proposta di farti fotografare e di raccontare la tua esperienza?

Credo nell’importanza di condividere la propria storia. La musica è una parte fondamentale della mia vita e mi piace l’idea di ispirare altri, soprattutto chi sta affrontando percorsi simili. Attraverso le immagini e le parole, spero di trasmettere la passione e le sfide che ho vissuto, incoraggiando altri a perseguire i propri sogni e a non arrendersi.